I fondi del Pnrr per aiutare le imprese colpite dai dazi. Il governo apre a Orsini


“Incentivi alle imprese e tutela dei risparmi”. Il governo ufficializza il viaggio a Washington e intanto apre alla proposta avanzata dal presidente di Confindustria Emanuele Orsini, di destinare una parte dei fondi inutilizzati del Pnrr a misure di sostegno alle imprese che esportano. “A patto che non configurino aiuti di stato”, dice Antonio Tajani. Nell’ennesimo giorno nero delle borse, il governo pensa a misure di immediato impatto per tranquillizzare gli operatori economici.

La strategia è messa a punto nel corso di due riunioni a Palazzo Chigi. Prima Giorgia Meloni ha riunito i viceministri Antonio Tajani e Matteo Salvini insieme ai ministri economici che hanno illustrato alla premier “le diverse ipotesi allo studio per sostenere le filiere produttive e rilanciare la competitività delle imprese”.  Quindi ha avuto un colloquio riservato con Salvini e Tajani. Martedì vedrà anche i rappresentanti delle categorie produttive. L’esecutivo ribadisce che “una ‘guerra commerciale’ non avvantaggerebbe nessuno, né l’Unione Europea né gli Stati Uniti” e dunque resta in linea di principio contraria all’uso di controdazi. Nei rapporti con la commissione europea e tra questa e l’amministrazione Trump consiglia “determinazione e pragmatismo, perché ogni allarmismo rischia di causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi”.

Quanto alle misure, il governo pensa a varare “strumenti necessari per sostenere le imprese, intervenendo sulle regole ideologiche e poco condivisibili del Green Deal e sulla necessità di semplificare il quadro normativo”, spiega a fine vertice una nota di Palazzo Chigi.  Dovrebbe trattarsi di un decreto semplificazione e incentivi, per un totale di 5 – 6 miliardi. Resta incertezza sulle fonti di finanziamento anche se la proposta avanzata da Orsini dalle colonne del Corriere della Sera viene considerata con attenzione e si aggiunge a quelle che il governo ha già avanzato per reperire risorse da destinare ad incentivi a favore delle imprese ma che potrebbero avere un tempo di attuazione più lungo (nei giorni scorsi il governo ha parlato di una “sospensione” delle norme ‘green’ europee sull’automotive e ha invitato l’Ue a una riflessione sull’opportunità di “deroghe” al Patto di Stabilità). Orsini consiglia di partire dai soldi già previsti e fin qui non utilizzati. E in particolare quelli del piano Industria 5.0, il programma di politica industriale finanziato coi fondi del Pnrr, dotato di 6,3 miliardi di euro per incentivi nel digitale e nella transizione ambientale, rispetto al quale le imprese da mesi avanzano rilievi, il primo dei quali è la difficoltà di accesso. Quei soldi andrebbero spesi entro la fine del 2025, anche se si può chiedere uno slittamento al 2026, quando termina il programma europeo. “Ormai si è capito che il piano Industria 5.0 non funziona. È inutile che continuiamo a spingere su una misura che, se siamo fortunati, assorbirà due miliardi in tutto”, dice Orsini che ricorda come il Pnrr sia “stato pensato per abbattere le emissioni. Ora invece l’obiettivo è salvare l’industria europea” ferma da 24 mesi. “Quindi con i soldi rimasti del Pnrr, come con quelli dei fondi di coesione — e sono davvero tanti — serve il coraggio di puntare sulle priorità attuali”.

Il vicepremier Antonio Tajani spiega di non essere contrario a patto che i provvedimenti “non si configurino come aiuti di stato. Vediamo quel che si può fare. Io – dice il titolare della Farnesina – sarei favorevole a strumenti simili all’eurobond, a ogni iniziativa che sia come il Recovery Plan”. Per Matteo Salvini si tratta di “accompagnare le imprese che esportano a farlo sempre di più e meglio”. visto che i dazi impattano su eccellenze italiane come “il mobile, il tessile, il vino”, ma anche di “difendere i risparmi degli italiani” dall’altalena di borsa.

Sul fronte europeo oggi Tajani, intervenendo alla riunione dei ministri del commercio europei, ha ufficializzato la richiesta italiana di non andare a una guerra commerciale con gli Usa. “C’è grande unità a livello europeo per evitare che ogni Stato tratti per sé – ha detto Tajani – Mi pare ci sia convergenza anche da parte della Commissione Ue sulla necessità assoluta di non scatenare una guerra commerciale”. Il governo si muove anche nell’ esplorazione di “nuovi mercati per recuperare tutto ciò che si può dal danno dei dazi americani” con missioni in India questa settimana, e poi nel corso di un business forum con gli olandesi, a Caserta, e poi in Giappone.

Intanto gli uffici di palazzo Chigi sono al lavoro per chiudere la missione di Meloni a Washington il 16 aprile, un giorno dopo la prevista entrata in vigore dei dazi europei in risposta a quelli Usa. Meloni ha praticamente ottenuto il via libera da Bruxelles che tuttavia raccomanda ai leader nazionali che incontrassero le controparti di coordinarsi con la commissione. Lo stesso commissario europeo al commercio Maros Sefcovic ha auspicato che “chi ha buoni rapporti con l’amministrazione Trump, si adoperi per facilitare il dialogo tra Usa e Ue”. Per Roma si tratta di un incontro a lungo cercato per riprendere quello che era stato definito un ‘rapporto privilegiato’ dopo il ‘blitz’ di Meloni ai primi di gennaio a Mar-a-Lago e la partecipazione all’Inauguration day, il 20 dello stesso mese. “Il governo italiano ha buoni rapporti con tutti e può essere una sintesi fra Europa e Stati Uniti, quindi penso che saremo utili non solo ai 60 milioni di italiani ma anche a centinaia di milioni di europei”, ha detto il vice presidente del Consiglio Matteo Salvini, in un raro afflato europeista. “Ma per l’imprenditore italiano o l’artigiano o i cittadini, al di là dei dazi di Trump che ancora non hanno effetto, il problema è la burocrazia europea e Bruxelles deve decidere e può decidere di azzerare burocrazia europea, compreso il Riarm Europe che spero venga archiviato. Spero che al centro si rimettano il lavoro, le pensioni, le famiglie, gli stipendi. La Ue – ha concluso – dovrebbe avere coraggio e la forza di dire resettiamo tutto”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link