57º Vinitaly: promozione, internazionalizzazione e cambiamento


Ha aperto i battenti domenica a Verona la 57ª edizione di Vinitaly, Salone del vino e dei distillati, manifestazione che ogni anno fa il punto sul mondo del vino non solo italiano, dai mercati ai trend, e che è anche veicolo di internazionalizzazione. Rilevante il piano di incoming realizzato da Veronafiere in collaborazione con Agenzia ICE per Vinitaly 2025. La Puglia ha la sua base nel padiglione 11 in cui nell’area istituzionale l’Associazione Italiana Sommelier sta curando le degustazioni guidate, distinguendo per territori: Capitanata, alta Murgia e Castel del Monte, Murgia, Salento con un focus sulle bollicine di Puglia. Nella sala conferenze dell’area istituzionale l’Assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia ha presentato ieri il progetto RI.VI.VI. Valle d’Itria, un progetto regionale pilota che intende promuovere e rilanciare la vocazionalità vitivinicola della Valle d’Itria soprattutto nel comparto dei bianchi, anche come alternativa alla recente classificazione di zona infetta da xylella fastidiosa e ai rischi legati dal global warming.

Un progetto ambizioso ideato e coordinato dal CNR-IPSO di Bari, reso possibile dall’Assessorato all’Agricoltura e cofinanziata dalla Regione Puglia che si dispiega nel triennio 2024-2026 coinvolgendo cinque partner locali e regionali: il Centro di Sperimentazione Basile Caramia di Locorotondo, la Cantina Sociale Upal, ITS Academy AgriPuglia, l’Università del Salento e Sinagri. Con circa 4.000 aziende su un quartiere espositivo al completo, Vinitaly torna ogni anno ad essere il baricentro e il termometro del vino italiano. Nei 18 padiglioni della manifestazione (tra fissi e tendostrutture) attesi operatori dall’Italia e da 140 nazioni. In particolare, si punta a confermare il contingente di 30mila buyer della domanda internazionale, Stati Uniti compresi, per quella che è la più grande “agenda business” del Made in Italy enologico.

«Sono 1.200 i top buyer accreditati e ospitati a Verona – ha annunciato il direttore generale, Adolfo Rebughini –. Una selezione profilata da 71 Paesi, sei in più rispetto all’anno scorso, che ha centrato l’obiettivo di replicare il record del 2024. Un risultato non scontato visto il perdurare delle tensioni geopolitiche». Tra le delegazioni più numerose dei super operatori selezionati dall’area extra Ue, in pole position quelle da Usa e Canada, seguite da Cina, UK, Brasile ma anche da India, Singapore, Giappone e Corea del Sud. Mentre, per il Continente europeo, primeggiano Germania, Svizzera, Nord Europa e l’area balcanica. Uno scenario oggi complesso che non ha intaccato i piani della delegazione complessiva dei 3mila operatori Usa a Vinitaly, presenti anche i 120 top buyer statunitensi (il 10% del contingente totale del piano di incoming 2025) selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere e Ice, provenienti prevalentemente da Texas, Midwest, California, Florida e New York.

I dazi reciproci del 20% al vino italiano ed europeo annunciati dal presidente Trump non hanno fermato gli operatori Usa in partenza per Verona. “La presenza degli operatori statunitensi è una notizia incoraggiante per le aziende e per Vinitaly – ha commentato Adolfo Rebughini, direttore generale di Veronafiere -. Naturalmente adesso si apre uno scenario incerto che impatterà sulla geografia del nostro export. Condividiamo le preoccupazioni del settore e per questo mettiamo a disposizione delle organizzazioni la piattaforma di Vinitaly per facilitare eventuali accordi diretti tra imprese, associazioni italiane e importatori-distributori del nostro primo mercato di destinazione extra Ue”. Vinitaly continuerà fino a mercoledì prossimo. 





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