Trentadue miliardi alle imprese. Dazi alla Cina al 104%


Trentadue miliardi alle imprese ,per contenere gli effetti dei dazi USA. Risorse sottratte al PNRR , al Fondo Coesione e alla lotta ai cambiamenti climatici. IL 17 la Meloni sarà da Trump, per discutere come Italia i dazi. Previsti effetti su crescita e inflazione a livello globale  ancor più considerando che, per ritorsione i dazi cinesi passeranno dal 54% al 104% dalla mezzanotte di oggi.

L’Italia ha elaborato una bozza di risposte per contrastare i dazi di Trump.

IL riferimento primario  è il “Piano d’Azione per l’Export Italiano nei Mercati Extra UE, ad Alto Potenziale” approvato a  fine marzo .

E’ in questo documento che si legge :  Il surplus commerciale italiano con gli Stati Uniti vale 38,8 miliardi di euro. A fronte dell’annuncio di dazi da parte dell’Amministrazione americana, occorre rafforzare ulteriormente i rapporti economici con gli Stati Uniti, anche in un’ottica di riequilibrio del surplus della bilancia commerciale: è possibile una ‘strategia transattiva’, con accordi su gas (GNL) e difesa, anche sotto il profilo degli acquisti”.

Piano d’azione integrato con sussidi pubblici pari , a 32 miliardi garantiti dalla Meloni agli industriali. 

Da dove provengono tali risorse ? Cripticamente si parla di 14 miliardi di fondi,  ancora una volta provenienti dalla ennesima revisione   del PNRR .

Dalla revisione della politica di coesione,  arriveranno altri 11 miliardi. Revisione approvata dalla Commissione UE su proposta del vicepresidente Fitto.

Terzo canale a cui attingere,  per 7 miliardi di euro è il Piano Sociale per il Clima.

Si pensa anche di rafforzare gli organismi di sostegno all’esportazione,  come Ice, Simest e Sace.

Soddisfatti gli imprenditori ascoltati per settori : Confindustria, Industriali della Moda,  Associazioni delle Piccole e Medie Imprese e infine le associazioni dell’Agroalimentare.

La Presidente del Consiglio il 17 aprile si recherà da Trump,  per discutere delle tariffe.

Da sottolineare l’iniziativa tutta italiana ,indipendente da quanto farà l’Unione attraverso la Commissione.

Delle indicazioni da parte americana sono già pervenute attraverso l’ambasciatore USA,a Roma .

IL riequilibrio della bilancia commerciale negli scambi Italia/USA dovrebbe avvenire comprando più energia e quindi , GNL dagli USA e portare la spesa per la difesa dall’1,6% al 2% come prescritto dai patti Nato. Sul GNL osserviamo la quasi morte del Piano Mattei ?

 Rileviamo anche una  difformità rispetto, a quanto Trump richiederà ai Paesi NATO nell’incontro del prossimo giugno : spese per la difesa al 5% del PIL . Sarebbe un dramma per l’Italia sociale, economico e politico.

 Da notizie di stampa sembra che,  l’ambasciatore elogia il governo per essere uscito dalla Via della Seta cinese , ma gli contesta una bassa reattività nei confronti della Cina.

Vari analisti economici mostrano le loro preoccupazioni per la crescita e l’inflazione dell’economi globale.

L’ipotesi riguarda ua arresto o addirittura contrazione della crescita e, una inflazione al 4,5%. Quindi incremento del rischio di recessione e quindi di  occupazione .

IL tutto dipenderà , anche da come andranno i negoziati tra gli USA e i vari stati colpiti dai dazi.

Intanto lo scontro con la Cina è durissimo.

Da mezzanotte i dazi sulle merci cinesi saranno portati al 104%  e, proporzionata sarà la risposta come annunciato dalle autorità cinesi


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