Stangata Irpef e Irap, Confindustria: “Peso su ceto medio e imprese, tornare al più presto a una riduzione delle aliquote”




Interviene il presidente dell’associazione di categoria, Vincenzo Briziarelli: presa d’atto della riduzione rispetto alla prima manovra ma restano criticità. Ecco chi pagherà di più

La stangata fiscale della Regione la pagano ceto medio e imprese. Tutto confermato. E lo dice anche il mondo delle imprese.

Sì perché l’Irpef maggiorata tocca i redditi sopra i 28 mila euro lordi (1.500 euro al mese netti, in media), in modo progressivo, ma con un “peso” specifico che viene stigmatizzato anche dalla principale associazione di categoria, Confindustria.
Nel dettaglio si va da aumenti da 196 euro l’anno per chi percepisce 30 mila euro lordi l’anno (nella fascia 28-50 mila c’è uno sgravio da 150 euro a contribuente) fino a sfiorare i duemila euro per chi sta sopra i 135 mila. C’è chi è pronto a sollevare profili di costituzionalità su chi si trova al limite tra una fascia e l’altra e subisce un impatto più forte degli aumenti per pochi euro di reddito in più. A pagare è un terzo degli umbri. Si tratta del 30% della popolazione, composta per il 56% da lavoratori dipendenti, il 38% di pensionati e il 6% da autonomi. “La versione della manovra approvata dal consiglio regionale – scrive il presidente di Confindustria Umbria, Vincenzo Briziarelli – rappresenta un passo in avanti rispetto alla proposta iniziale. Il confronto con le parti sociali ha contribuito a mitigare alcuni aspetti particolarmente penalizzanti”. Briziarelli commenta l’approvazione della manovra fiscale regionale, che “dopo un’intensa, quanto breve, fase di concertazione ha ridotto l’impatto complessivo”. “Una considerazione che ho avuto modo di condividere anche con la presidente Proietti – ha aggiunto Briziarelli – è che gran parte del carico fiscale resta comunque sulle spalle delle imprese e del ceto medio-alto, in particolare dai 28-30mila euro in su. Questo elemento non può essere sottovalutato, soprattutto in una fase in cui il nostro tessuto produttivo ha bisogno di stabilità e fiducia per pianificare investimenti e crescita. Restiamo fiduciosi che le categorie che oggi sostengono economicamente la manovra – le imprese e il ceto medio-alto – possano trovare nelle politiche regionali future una risposta concreta e tempestiva, capace di riportare in tempi brevi i numeri dell’economia umbra ai livelli precedenti. Tassare chi produce, chi investe e chi dà lavoro, in un periodo già complicato come quello attuale, significa inevitabilmente rallentare le assunzioni, frenare la crescita e comprimere i consumi. Confidiamo quindi che queste misure si rivelino effettivamente temporanee e che si possa tornare al più presto a una riduzione delle aliquote”. Il riferimento è all’Irpef e anche all’Irap – tassa sulle imprese – che dal 2026 aumenta dello 0,4%.

Briziarelli ha quindi ribadito la necessità di guardare oltre l’emergenza fiscale: “Quello che chiediamo per il futuro è una regione aperta ai nuovi investimenti, pronta a sostenere chi vuole portare avanti progetti imprenditoriali qui in Umbria, contribuendo allo sviluppo economico e sociale del nostro territorio”.
Confindustria Umbria “continuerà a seguire con attenzione l’attuazione della manovra, rinnovando la propria disponibilità al confronto con le istituzioni per garantire che le risorse vengano effettivamente indirizzate verso interventi strutturali e azioni concrete a sostegno della competitività, dell’occupazione e dello sviluppo dell’economia regionale”, conclude l’associazione delle imprese.

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