Questo articolo chiude la nostra trilogia dedicata a un’Africa giovane, digitale e globale. Dai social media alle startup, abbiamo raccontato i protagonisti di una trasformazione che sta cambiando il volto del continente. Nel primo articolo (“Africa connessa, le nuove star dei social media“) abbiamo raccontato gli influencer più noti dell’Africa, mentre nel secondo articolo (“Africa connessa, i volti di YouTube che stanno cambiando la narrazione del continente“) abbiamo esplorato come i creator africani stanno reinventando l’immagine del continente attraverso la piattaforma video più popolare al mondo.
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Negli ultimi anni, il continente africano ha conosciuto un’accelerazione straordinaria nel settore dell’innovazione tecnologica e imprenditoriale. Spesso escluso dalle narrazioni dominanti sull’economia globale, l’Africa si sta invece rivelando una delle aree più dinamiche nel campo delle startup, con imprese capaci non solo di attirare investimenti milionari, ma anche di rispondere concretamente ai bisogni delle popolazioni locali, sviluppando soluzioni scalabili e sostenibili. Questa crescita è il risultato di un ecosistema in progressiva maturazione, sostenuto da fondi internazionali, iniziative pubbliche e, soprattutto, da giovani imprenditori altamente qualificati e motivati.
Tra le startup africane più riuscite, spicca Tyme Group, banca digitale sudafricana che ha recentemente ottenuto un investimento da 150 milioni di dollari da parte della brasiliana Nubank e di altri colossi come Tencent. Con una valutazione che supera 1,5 miliardi di dollari, Tyme è oggi un unicorno africano capace di portare servizi bancari in aree tradizionalmente escluse dal circuito finanziario, contribuendo all’inclusione economica e alla riduzione delle disuguaglianze.
In Nigeria, la fintech Moniepoint ha raccolto 110 milioni di dollari nel 2024, affermandosi come uno dei principali attori nel campo dei pagamenti digitali. L’azienda gestisce ogni mese oltre 800 milioni di transazioni per un valore superiore ai 17 miliardi di dollari, offrendo soluzioni accessibili a piccole imprese e utenti privati in un contesto spesso caratterizzato da inefficienze del sistema bancario tradizionale.
Non meno significativa è l’esperienza del Kenya, dove la startup M-Kopa ha rivoluzionato l’accesso all’energia in contesti rurali. Specializzata in sistemi solari a pagamento rateale, M-Kopa ha permesso a milioni di persone di usufruire per la prima volta di elettricità e di piccoli elettrodomestici, trasformando in modo duraturo le condizioni di vita quotidiana. Tra i suoi finanziatori figurano la Chan Zuckerberg Initiative e Generation Investment Management.
Oltre ai casi già affermati, si stanno affacciando sul mercato africano nuove startup promettenti. Tra queste Spiro, con sede in Kenya, che sviluppa motociclette elettriche e infrastrutture per lo scambio di batterie. Attiva in sei Paesi africani, Spiro punta a rivoluzionare il settore della mobilità urbana, riducendo l’inquinamento e offrendo soluzioni più economiche e moderne per gli spostamenti quotidiani.
Ancora dalla Nigeria proviene Andela, una piattaforma che forma sviluppatori di software e li collega con aziende internazionali. Fondata con l’obiettivo di valorizzare il talento tecnologico africano, Andela si inserisce nel mercato globale dell’outsourcing tecnologico, rafforzando le competenze digitali e creando occupazione qualificata nel continente.
Sempre in Nigeria opera MAX, un’azienda specializzata in veicoli elettrici a due e tre ruote, supportata da investitori del calibro di Yamaha Motor Co. e Mastercard Foundation. L’attenzione alla mobilità sostenibile si sposa qui con l’urgenza di ridurre le emissioni nelle città congestionate, contribuendo alla transizione ecologica delle economie africane.
Dietro queste startup si muovono attori globali che riconoscono il potenziale dell’Africa. Fondi come Ajim Capital e Launch Africa si concentrano sulle fasi pre-seed e seed, mentre iniziative come il Google for Startups Black Founders Fund hanno già destinato oltre 40 milioni di dollari a progetti guidati da imprenditori neri. Il sostegno va oltre il capitale, includendo mentorship, accesso a reti internazionali e visibilità globale.
Nonostante una contrazione del 25% nei finanziamenti alle startup africane nel 2024 rispetto all’anno precedente (2,2 miliardi di dollari), il settore ha dimostrato notevole resilienza: i finanziamenti totali, combinando equity e debito, hanno superato i 3,2 miliardi di dollari. Ciò segnala un forte interesse per l’ecosistema tecnologico africano, considerato sempre più un laboratorio di innovazione per il Sud globale e oltre.
L’impatto di queste startup non si misura solo in termini di bilanci o investimenti, ma soprattutto nella capacità di trasformare la vita quotidiana delle persone. Accesso all’energia, servizi bancari, mobilità, formazione tecnologica: in ciascuno di questi ambiti, le startup africane stanno dimostrando che è possibile coniugare business e impatto sociale, crescita economica e sviluppo umano.
L’Africa tecnologica non è un’eco del Nord globale, ma una risposta originale e autonoma alle sfide del presente. E mentre il mondo guarda altrove, una rivoluzione silenziosa sta prendendo forma sotto il sole africano.
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