di M.R.
Ammontano a 325 milioni di euro gli investimenti realizzati e in corso, 232 milioni la cifra sul piatto per il 2025, quando la divisione Fucine incrementerà del 20% la capacità produttiva, vi saranno installati nuovi forni e aumenteranno di nove unità le maestranze. In questo stesso anno novità positive sono previste per il Tubificio dove sarà realizzata una nuova linea di taglio. C’è di più. Oltre queste informazioni, fornite da Arvedi ai lavoratori di Ast tramite lettera, c’è la parte riguardante l’acciaio magnetico: «È parte integrante del piano industriale e vi sono 411 milioni di investimento in ballo. A livello avanzato la ricerca per il nastro a caldo, mentre per la produzione a freddo si attendono sviluppi sul mercato dell’auto».
Arvedi-Ast Nella missiva recentemente inoltrata dall’azienda di viale Brin, non nuova in queste iniziative, si parla di difficoltà di mercato e mancata definizione di un Accordo di programma che hanno caratterizzato il triennio di gestione della nuova proprietà, nonché di «dichiarazioni gravi e lesive della verità» che la direzione avrebbe letto. Ad ogni modo Arvedi conferma l’obiettivo principale della sua azione su Terni: rendere Ast il primo produttore di acciaio inossidabile d’Europa. Nella lista degli investimenti anche quelli sull’area a freddo e quelli destinati all’efficientamento energetico. Tra le misure per l’ambiente figura l’intervento sulla discarica, la rampa scorie e la riduzione delle emissioni di nichel. Non manca il capitolo sugli impegni in termini occupazionali e il riferimento al tragico infortunio di Sanderson Mendoza per il quale l’azienda riferisce di collaborare per fare piena luce sull’accaduto.
Tavolo al Mimit E mentre si susseguono i moniti in vista del summit ministeriale, ecco l’iniziativa della deputata umbra del Pd Anna Ascani: «Ho presentato un ordine del giorno al cosiddetto ‘Dl Bollette’ per impegnare il governo ad adottare misure strutturali per la fornitura di energia all’Arvedi Acciai Speciali Terni a prezzi che consentano di sostenerne la competitività. E garantire così il rilancio di questa azienda strategica non solo per l’Umbria: si tratta di uno dei più importanti poli siderurgici europei. L’amministrazione regionale sin dal suo insediamento ha dialogato con il governo, l’azienda ma anche le organizzazioni sindacali e i lavoratori per ristabilire i contenuti dell’Accordo di programma – oltre al problema dei costi dell’energia, gli impegni del piano industriale dell’azienda, gli investimenti di carattere ambientale – e arrivare alla firma attesa da anni. Occorre intervenire, soprattutto in una fase economica così critica, con i dazi Trumpiani che mettono a dura prova l’attività del nostro tessuto produttivo, con responsabilità, ciascuno per la propria parte di competenza. Prendendo impegni precisi e dandogli concretezza. Sciogliere il nodo dei costi dell’energia è parte fondamentale di questa azione. L’azienda è un’opportunità in termini produttivi, sociali, occupazionali e ambientali non solo per il territorio di Terni, ma per il Paese e l’Europa».
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