Andrea Conti ha detto stop: il lecchese dà l’addio al calcio a soli 31 anni


Non bisognava essere dei geni a metà anni ’10 per pronosticare chi avrebbe potuto diventare una delle colonne della Nazionale fino ai ’20 (e oltre): sarebbe bastato andare a Bergamo, ad una partita della prima Atalanta di Gasperini (2016-’17): lì furoreggiava in fascia destra un biondino – gambe leggermente arcuate, magrezza reattiva e nervosa, velocità, garra e tecnica -: Andrea Conti da Lecco (classe 1994). Talento purissimo come esterno destro (preferibilmente “quinto di destra” oggi va di moda dire) che segnava e faceva segnare.

Beh, in questi giorni quel ragazzo che si è affermato come un (quasi) campione è stato costretto ad appendere le scarpe al chiodo ad appena 31 anni (compiuti ad inizio marzo). La causa? Infortuni, infortuni e ancora “stra-maledetti” infortuni. Gli stessi che hanno cominciato a rallentarlo nel momento più bello: dall’estate del 2017 e quel passaggio al Milan “cinese” (per 24 milioni).

Dai Pulcini del Lecco (2001-’02) – nell’unico anni coordinato da Angelo Massola (quello della ricca proprietà Cimminelli con la radiazione bluceleste – era passato all’Atalanta affrontando tutte la trafila, fino ai prestitoi Prima in C1 (al Perugia nel 2013-’14), poi al Lanciano (in B l’anno successivo) fino al ritorno a Bergamo: 14 presenze e 1 gol il primo anno in A; ben 33 con addirittura 8 reti il secondo. Ed il passaggio al Milan dove, “pronti via” tutto s’interrompe: il 15 settembre in allenamento un crociato fa “crack” e… Stagione finita. Dieci giorni prima aveva esordito in Nazionale (contro Israele 1-0). La morale al Milan? 41 presenze fra il luglio 2017 e il gennaio 2021; quindi il giro di prestiti – Parma (11 presenze in A) – eppoi, infine, la Samp con 7 presenze in A nel 2021-’22 e 1 nel 2022-’23… La retrocessione e l’ultima gara ufficiale.

E’ il 6 dicembre 2023 quando Pirlo lo prova contro il Lecco a Marassi, la Samp vince, lui gioca li ultimi 10’ della sua carriera. Sul pratone del Ferraris un signore col cappellone gli avvicina e gli fa in lecchese:«Se te voret per venec’a giugà ’ndel Lecch?». «Sciur Angelo, lasci perdere – è la risposa sincera di Andrea a Battazza -: non sarebbe un affare per voi…». Vero. L’altro giorno l’annuncio del ritiro: «Otto anni di calvario, non ce la faccio più. Non riesco ad abbassarmi sulle ginocchia…»

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