L’ex ministro del lavoro Orlando in visita nelle aziende della Val di Sangro: “Governo debole con Stellantis”


Tappa abruzzese oggi, 28 aprile, del ‘viaggio del Pd nelle realtà industriali del Paese’, promosso dal Forum Industria del partito e da Andrea Orlando, ex ministro del Lavoro e attuale responsabile delle Politiche industriali del partito il quale, insieme al senatore Michele Fina, al segretario regionale del partito Daniele Marinelli e ad un’ampia rappresentanza del partito regionale, ha visitato alcune aziende della Val di Sangro.

“Abbiamo scelto con Andrea Orlando di visitare il comparto dell’automotive in Val di Sangro – ha spiegato Marinelli – perché è la realtà industriale più rilevante d’Abruzzo. Nella cerniera tra Abruzzo e Molise parliamo di oltre 300 aziende e 30.000 lavoratrici e lavoratori, compreso l’indotto, coinvolti da una crisi complessa che va decifrata a più livelli, cercando di capire anche quale può essere il ruolo del decisore pubblico. Noi siamo molto critici con il governo nazionale, che definanzia il fondo automotive, non incide su fattori importanti come il costo dell’energia e non ha una politica industriale. Stesso discorso vale per il livello locale, con la Regione che non fa nulla a livello di infrastrutture, di reti, di investimenti su formazione, ricerca, innovazione e sviluppo. Il confronto con imprese, lavoratori e parti sociali, è stato molto interessante e ricco di spunti. Siamo molto felici della presenza di Andrea Orlando qui oggi perché questa è una regione che fa della manifattura uno dei suoi elementi cardine a livello economico e non possiamo permetterci lo smantellamento del tessuto produttivo, ad iniziare proprio dalla Val di Sangro”.

Secondo il senatore Fina “la crisi che investe la Val di Sangro e il settore automotive è il simbolo di un problema nazionale: la mancanza di una politica industriale capace di guardare al futuro. Siamo in presenza di dinamiche globali che pesano, come la minaccia dei nuovi dazi annunciati da Trump, che colpirebbero direttamente le nostre esportazioni manifatturiere, o come l’uso strumentale che la destra fa della polemica contro il Green Deal, che invece dovrebbe essere accompagnato con intelligenza per creare nuove opportunità di sviluppo e di lavoro. A tutto questo si aggiunge l’inverno demografico, che rischia di svuotare le aree produttive come la Val di Sangro e molte altre zone dell’Abruzzo, rendendo ancora più urgente investire su formazione, innovazione, qualità del lavoro e politiche attive. L’Abruzzo ha dimostrato di poter essere una regione leader nella manifattura e nell’export: non possiamo permettere che sia sacrificato dall’inerzia di chi governa. Siamo qui non solo per ascoltare, ma per costruire proposte serie, difendere il lavoro e rilanciare lo sviluppo, portando la voce di questi territori sui tavoli istituzionali, in Parlamento e nel confronto con il governo”.

“Questa è la settima tappa del tour nazionale che stiamo effettuando nelle realtà produttive del Paese – ha osservato Andrea Orlando – Tutto parte da questo presupposto: un paese mantiene la sua competitività soltanto se resta industriale e manifatturiero. Abbiamo visto che in questi mesi c’è stata una tenuta dei livelli occupazionali ma se andiamo a vedere dentro quei numeri ci rendiamo conto che si tratta di lavori precari e sottopagati, che non riescono a trattenere la manodopera nel nostro paese, tanto che stiamo assistendo a un’erosione progressiva della forza lavoro. Noi come partito abbiamo lanciato una campagna sul tema del salario minimo – ha proseguito l’ex ministro – purtroppo è in atto un processo di deindustrializzazione che impoverisce la manodopera. A luglio terremo una conferenza nazionale proprio sull’assenza di una strategia industriale da parte del governo, e le dichiarazioni del ministro Urso sull’automotive non fanno che confermare questa realtà. Il governo si è mostrato molto debole di fronte alle dichiarazioni di Stellantis, i cui impegni sono stati assolutamente generici. I quantitativi indicati non consentono di essere ottimisti sul futuro dell’indotto e credo ci sia stata anche un po’ di reticenza rispetto all’impegno che lo Stato, nel corso del tempo, ha messo in campo per sostenere questa realtà che è stata una grande realtà nazionale e che oggi, dobbiamo ricordarlo, lo è sempre meno”.

In merito alla crisi del settore, quello dell’automotive, Orlando ha ricordato che “il nostro Paese paga l’energia tre o quattro volte più di altri competitor che a livello globale producono le stesse cose. Questo tema sta emergendo come una contraddizione evidente, proprio in questi giorni. Abbiamo visto anche un po’ di discussione che si è aperta in Confindustria perché una parte delle imprese paga l’energia a costi stratosferici, ma una parte di quelle imprese è quella che ha determinato questi costi. Il governo è stato complice anche di una disattenzione rispetto a fenomeni di carattere speculativo che hanno consentito di realizzare extraprofitti che ha pagato il tessuto produttivo del nostro paese con una difficoltà ad essere competitivo con chi produce le stesse cose con costi dell’energia molto più bassi”.



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