Gli assessori all’Agricoltura riuniti in Commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni chiedono di riscrivere l’articolo 18 che vieta la coltivazione anche delle varietà a bassissimo contenuto di Thc
«Tutti i rappresentanti delle Regioni si sono trovati a riconoscere all’unanimità che il decreto Sicurezza mette in difficoltà il settore della canapa, che in Italia conta 3.000 aziende con 30.000 addetti, 500 milioni di fatturato e il 90% di export. Chiediamo perciò ufficialmente una revisione dell’articolo 18 del Dl, che vieta la coltivazione della canapa anche a bassissimo contenuto di Thc. Questo a tutela delle nostre aziende, certificate e destinatarie negli anni di finanziamenti regionali, statali ed europei».
La richiesta esce dalla commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni, di cui è coordinatore l’assessore veneto all’Agricoltura Federico Caner, che ha discusso della problematica, sollevata dalle associazioni di categoria, della coltivazione della canapa a bassissimo contenuto di Thc, vietata dal 12 aprile dopo l’entrata in vigore del decreto Sicurezza. Dl che peraltro non vieta l’importazione del prodotto, consentita dalla norma europea, ma solo la coltivazione nazionale. Il tutto mette quindi alle corde un settore diffuso e che, ad esempio in Veneto, è sostenuto da una legge che ne tutela la produzione attraverso specifici progetti, bandi, contributi.
Una lettera a Lollobrigida
Dalla commissione Politiche Agricole è stata inviata una lettera al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, a cui già erano già state sottoposte alcune proposte di emendamento al Decreto, chiedendogli di valutare la revisione dell’articolo 18 del testo di legge, «per permettere l’utilizzo delle infiorescenze di canapa contenenti cannabidiolo anche per usi diversi dal florovivaismo professionale. Vogliamo trovare assieme al Governo una soluzione che consenta agli agricoltori, certificati e con produzioni di qualità, di tenere viva la filiera, bilanciando la giusta preoccupazione del legislatore per la sicurezza pubblica con gli investimenti fatti nel tempo dalle aziende e con i finanziamenti pubblici concessi alla filiera», ha detto Caner.
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